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Due cuori e una capanna  Family Blog

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Dopo il successo del primo articolo dedicato alla routine serale per far dormire un neonato tutta la notte, diverse mamma tramite i social mi hanno contattata chiedendomi diversi consigli su come instaurare una routine, dal momento che in alcune giornate è davvero difficile farli dormire. Ahimè non esiste una formula magica adatta ad ogni bambino (magari ci fosse), ma ogni bambino è diverso ed ogni stile di vita famigliare è diverso. 
Come vi spiegavo già nel primo articolo, siamo esseri abitudinari perciò cercando di costruire insieme al bambino delle buone abitudini serali che lo aiutino ad affrontare serenamente la nanna. 



COME CAMBIA IL SONNO DOPO I 9 MESI

Prima di fornirvi qualche consigli su come aiutare i vostri bambini a dormire bene, capiamo insieme come cambia il sonno del bambino dopo i 9 mesi di vita.  Verso i 12 mesi di vita, un bambino dorme circa 14 ore in medi fra la notte e il giorno, quindi non si tratta solo delle ore notturne ma delle ore di sonno totali giornaliere. Ogni bambino vive la fase del sonno in maniera differente e ciò dipende principalmente dai suoi ritmi, dalle sue abitudini e dall'ambiente circostante, quindi anche dallo stile di vita che la famiglia conduce.
Nel momento in cui il sono inizia finalmente a regolarizzarsi, possono capitare delle notti in cui il bambino si sveglia più del solito, e alcuni genitori hanno la percezione di tornare indietro nel tempo piuttosto che tornare alla normalità. Diversi fattori possono influenzare il sonno dei nostri bambini, come ad esempio i dentini, gli scatti di crescita oppure la paura del distacco , paura che può intensificarsi anche a causa dello spostamento dalla culla al lettino che in genere si trova in un'altra camera.

Perciò adesso andiamo a vedere insieme questi 5 consigli per aiutare i bambini a dormire bene



1. COSA FARE QUANDO PIANGE?


Si è addormentato da poco e dal baby monitor notate già qualche movimento e qualche lamento che preannunciano il pianto e non sapete se far finta di niente pregando il cielo che non si svegli, oppure entrate in panico perché se poi inizierà a piangere sapete già che ci vorrà almeno un'altra ora perché si riaddormenti, perciò meglio andare a controllare e a mettergli il ciuccio?
Non si sa mai quale sia la scelta da fare, difatti non esiste una risposta esatta a queste due domande ma una cosa si può fare, aspettare prima di recarci dal bambino. Facciamo sì che impari a calmarsi da solo, che ritrovi la serenità per tornare a dormire. Non affrettatevi a consolarlo non appena sentite il primo lamento. Tante volte anche a noi adulti capita di svegliarci di soprassalto ma poi subito dopo ci giriamo dall'altra parte e ci riaddormentiamo. 

Tuttavia se il piccolo non si riaddormenta da solo, recatevi nella sua cameretta senza accendere le luci, al massimo una piccola lucina soffusa, parlate a bassa voce con un tono dolce e pacato, cercando di non prenderlo in braccio ma di accarezzarlo e coccolarlo.


2. I PRIMI INCUBI

Sembravano così lontani per un bimbo così piccolo eppure i primi incubi possono manifestarsi già intorno ai 9 mesi di vita. Alcuni bambini riescono a consolarsi da soli, tornando a dormire serenamente, magari se hanno il ciuccio vicino lo infilano in bocca e tornano sereni, altri invece necessitano della presenza del genitore. Questa differenza non dipende dal bambino ma dalle abitudini sperimentate con i genitori, ovvero quei bambini che avranno imparato a consolarsi da soli quando si sveglieranno e sapranno gestire serenamente i primi incubi senza richiamare l'attenzione dei genitori.



3. ANSIA DA SEPARAZIONE


Vi avevo già parlato dell'ansia da separazione e di quanto il momento della nanna sia davvero delicato.  Al momento del distacco prima di dormire, il bambino potrebbe provare paura all'idea di addormentarsi e non poter rivedere più la mamma o il papà. In questo caso è bene essere coerenti e decisi, cercando di non dare segnali di incertezza, piuttosto consolate il bambino con un tono calmo e ripetitivo, cantando una ninna nanna o raccontando una storia. 
La creazione di una routine serale aiuterà il bambino ad addormentarsi più serenamente trasmettendogli la sicurezza necessaria che lo aiuterà a dormire sonni tranquilli.




4. MALESSERI PASSEGGERI


Come vi accennavo sopra, tra i fattori che possono influenzare i risvegli notturni ci sono i malesseri passeggeri come la febbre, i primi dentini, un'alterazione dovuta al vaccino. Se le cause del malessere sono già conosciute, quindi non necessitano dell'intervento del pediatra, consolate il vostro bambino anche tenendolo a contatto con voi, lo sapete che secondo me il contatto è una delle migliori terapie per i nostri bambini.


5. L'ORA DELLA NANNA


Non esiste un orario preciso in cui far andare a dormire il bambino, ma tendenzialmente l'ora della nanna varia in base all'orario della pappa serale. Nel caso dei bambini che seguono una routine serale, sicuramente dopo aver mangiato e magari aver giocato un po' con i genitori, iniziano a stropicciarsi gli occhi e cercano il ciuccio, altri invece andrebbero avanti fino alle 23.
Un modo per iniziare a stabilire (indicativamente) l'ora della nanna, è farli andare a dormire ogni sera alla stessa ora.  Certamente ci saranno delle sere in cui non sarà possibile andare a dormire alla solita ora (siate flessibili), l'importante è non stravolgere la routine serale cambiando ogni due giorni l'orario della nanna.


Abbiamo visto insieme alcune difficoltà che possono determinare i risvegli notturni. Alcune sono passeggere altre sono facilmente risolvibili creando insieme al vostro bambino una routine della nanna. Anche se sono momenti difficili e duri, sappiate che stiamo lavorando per rendere sereni e felici i nostri figli. La pazienza sicuramente a volte non sarà abbastanza, la stanchezza sarà tanta e le occhiaie ben visibili, ma sappiate che non esiste il genitore perfetto o la formula magica per una nanna perfetta.
Perciò da questa sera routine della nanna per tutti!

 

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"E' il mio corpo che cambia nella forma e nel colore è in trasformazione" cantavano i Litfiba, trovo che questa frase sia azzeccata per descrivere il cambiamento del corpo femminile durante la gravidanza. 
Compri un test di gravidanza e per magia compaiono due tacchette, quelle che ti cambieranno la vita, sia dentro che fuori. Il periodo della gravidanza è un momento magico, emozionante, ma al tempo stesso è un momento di crisi, denso di cambiamenti sia psicologici che fisici. Tutto l'organismo lavora affinché la nuova vita possa continuare a svilupparsi.
Nonostante la natura sia meravigliosa, ed è incredibile come il corpo di una donna si adatti e si prepari ad accogliere la nuova vita, non è sempre facile accettare questo cambiamento, specie se si tratta della prima gravidanza.
I mutamenti ormonali, le nausee al mattino e alla sera, i giramenti di testa, la pressione sotto le scarpe, i dolori alla schiena, al costato e chi più ne ha più ne metta, non rendo sempre così idilliaco il momento dell'attesa.

Il primo nemico che impaurisce una donna in gravidanza è la comparsa delle smagliature, perché quelle una volta che arrivano raramente vanno via. Molte mamme le definiscono "i segni di un grande amore", altre farebbero di tutto per cancellarle, altre ancora si rifugiano in creme costose per prevenirne la comparsa. Non è facile accettare questi grandi cambiamenti, non è facile veder crescere la propria pancia, sistemare tutti quei vestiti che non ti entrano più (almeno per i prossimi 9 mesi), le gambe che si gonfiano come zamponi, caviglie e piedi talmente gonfi da non riuscire più ad infilare quelle scarpe che tanto amiamo. Eppure esiste un modo per amare ed accettare il proprio corpo che cambia durante la gravidanza.




COME ACCETTARE IL PROPRIO CORPO IN GRAVIDANZA 

Secondo Joan Raphael Leff, lo psicologo inglese studioso dei cambiamenti fisici e psicologici della gravidanza, le gestanti si dividono in due categorie: le facilitatrici sono coloro che accettano tranquillamente  e si godono in tutto e per tutto gli sconvolgimenti della gravidanza, mentre le regolatrici, cercano di contrapporsi a questi cambiamenti perché considerano il feto come un  "invasore" del loro corpo. 
Tu in quale delle due categorie ti rispecchi?
E' importante trovare una risposta a questa domanda, perché iniziando a riflettere su come stai vivendo la gravidanza, il cambiamento non solo fisico ma anche psicologico, su come vi state preparando ad accogliere come coppia genitoriale l'arrivo di vostro figlio, vi aiuterà sia a mantenere una vita di coppia sana ma anche vivere serenamente la dolce attesa .


1. CURATE LA VOSTRA VITA DI COPPIA


Mariti e compagni, giocano un ruolo molto importante in questa fase di accettazione del cambiamento del proprio corpo, per questo motivo non dovrete smettere di coccolare e rassicurare la vostra donna ma, soprattutto, non smettere di vivere la vostra sessualità anche durante la gravidanza. Continuare a vivere la propria intimità, aiuta la coppia a mantenere alta la complicità e la donna continua a sentirsi amata e desiderata anche se ha un grande pancione che la fa sentire una piccola balenottera.

2. CONTINUA A PRENDERTI CURA DI TE


Se c'è una cosa che dico sempre sia alle neomamme che alle mamme in dolce attesa, è di non smettere per nessuna ragione al mondo di prendersi cura di sé.
Se ami truccarti, prenderti cura della tua pelle, del tuo corpo, non smettere mai di farlo. Ti diranno che non avrai tempo, che andrai sempre di corsa, che farti una piastra sarà un lusso, ricordati che in realtà tutto dipende da te. Sicuramente farsi una doccia quando sarai una neomamma sarà un lusso, ma il tempo per applicare un po' di mascara e un lip gloss o una maschera sul viso, lo troverai solo se tu vorrai. 
Coccola il tuo corpo e la tua pelle con dei massaggi rilassanti o con un bel bagno caldo, accendi le candele profumate, metti la musica che più ti rilassa e goditi un po' di sano relax, te lo meriti.


3. SCEGLI L'ABBIGLIAMENTO GIUSTO


Per continuare a sentirti attraente e bella anche con il pancione, scegli l'abbigliamento giusto per te. Ci si può vestire alla moda e al tempo stesso comode anche in gravidanza, e vi dirò di più non necessariamente bisognerà spendere un patrimonio per le collezioni premaman. Grazie ai brand low-cost gli abiti premaman sono alla portata di tutte, ma non solo, sono certa che se scavi bene nel tuo armadio, troverai sicuramente degli abiti cool ma comodi, che accompagnano le tue dolci curve e accolgono il tuo pancione.


4. NON RINUNCIARE ALL'ESERCIZIO FISICO


Se ami praticare sport, consultando prima il proprio medico, non rinunciare a praticare del sano esercizio fisico, non solo ti aiuterà a restare in forma, ma ti donerà un senso di benessere fisico che ti farà sentire a tuo agio con il tuo corpo anche se hai il pancione.




Cara amica mamma, accettare il proprio corpo che cambia non è facile ma sappi che stati vivendo un momento davvero unico e chi ti guarda non lo fa con occhi che giudicano il tuo corpo ma con occhi colmi di ammirazione. Non ti è mai capitato che qualcuno ti dicesse "hai una luce diversa", "che pelle bellissima che hai", "sei in ottima forma, ti vedo più bella del solito"??!!
Sono certa che almeno una di queste frasi ti sono state dette, pensi che sia solo per cortesia?
Assolutamente no.
Sei meravigliosa perché porti dentro di te una nuova vita che sta rigenerando anche te.




Se hai delle domande, dei dubbi o delle curiosità,
se noti qualcosa della tua vita che ti mette in difficoltà e vuoi chiedere un parere, 
o semplicemente vorresti saperne di più CLICCA QUI 


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Lo sapete quanto io ami portare addosso Pietro, non solo per fare delle belle e lunghe passeggiate "cuore a cuore" o per fare sport, ma anche per lavorare, per pulire un minimo la casa, per stendere i panni o per cucinare.
I vantaggi del Babywearing sono molteplici, ma quando ci si ritrova a dover scegliere il supporto idoneo per portare i nostri figli, su quali criteri ci si basa? Sono tutti uguali? Assolutamente no.
Sempre più spesso mi contattate in privato per capire che tipo di supporto acquistare per portare "cuore a cuore" i vostri bebè, e dal momento che la scelta è ampia e a volte sui rivenditori dei negozi non ci si può fare molto affidamento, rischiando di tornare a casa con un marsupio non ergonomico che fa male alle anche del bambino e alla vostra schiena. Proprio a causa di questi acquisti errati, molte mamme dicono che il marsupio è scomodo, che fa venire il mal di schiena, che il bambino non ci vuole stare. Cose tutte vere, dal momento che si utilizza un marsupio non adatto, anzi questa tipologia di prodotto dovrebbe essere gettata immediatamente nella pattumiera, e le aziende che producono marsupi simili dovrebbero smetterla di fabbricarli e di metterli in commercio, ma tralasciamo questo discorso.
Ma allora quali sono le caratteristiche che ci fanno capire se il marsupio che abbiamo scelto è buono oppure  no? 
Bene, dopo aver parlato con una mia carissima amica, che desidera acquistare un marsupio ma non sa come sceglierlo, ho pensato di scrivere una mini guida che vi aiuterà a scegliere il marsupio adatto a voi.




MARSUPIO ERGONOMICO: 5 CONSIGLI PER SCEGLIERE QUELLO GIUSTO

Come vi accennavo poco fa, i marsupi non sono tutti uguali e quelli che trovate in commercio non sono tutti ergonomici, anzi, perciò se non ci si informa prima dell'acquisto, si rischia di tornare a casa con un prodotto scadente che farà male a voi e al vostro bambino.
Come orientarsi nella vasta offerta fra i negozi online e quelli specializzati? Quali sono le caratteristiche per scegliere il marsupio adatto?
Ecco a voi i miei 5 consigli per scegliere il marsupio ergonomico adatto a voi.

1. CHE SIA ERGONOMICO

 Il primo criterio di base, ed il più importante,  che vi orienterà verso la scelta giusta è che si tratti di un marsupio ergonomico. Il bambino nel marsupio deve avere le anche divaricate e le ginocchia più alte rispetto al sedere, assumendo la cosidetta posizione a "M". Questa è la caratteristica basilare che vi permetterà di fare la prima scrematura fra i tantissimi prodotti in commercio.
Il corpo del bimbo e del genitore devo stare a stretto contatto, inoltre il marsupio non dovrà costringere il corpo ed il peso si distribuirà sul vostro corpo, in modo tale da non gravare sulla vostra schiena.
I marsupi ergonomici, difatti, sono caratterizzati da un pannello largo e morbido sul quale il bambino appoggia il sedere e la schiena, da due spallacci regolabili e da un'ambia fascia regolabile imbottita che cinge la vostra vita.


2. CHE SIA IN COTONE BIOLOGICO

Sono moltissimi i brand sempre più attenti al materiale che utilizzano per la realizzazione dei propri prodotti, così tante aziende realizzano marsupi ergonomici con cotone biologico. Ciò che caratterizza questo tessuto è la morbidezza, rispetta l'ambiente e fa traspirare la pelle, perciò potete utilizzare il vostro marsupio ergonomico anche in piena estate sotto al sole. Acquistare un marsupio ergonomico realizzato con un tessuto di cotone biologico, vi permetterà di utilizzare un prodotto di altissima qualità, certificato, molto pratico, morbido come una fascia e facile da indossare.


3. CHE RISPETTI LO SVILUPPO DEL BAMBINO 

Se non siete amanti della fascia porta bebè ma preferite il marsupio ergonomico, più pratico e veloce da indossare, aspettate sempre che il piccolo abbia raggiunto i 6-7 kg di peso, che sia in grado di sorreggere la testa e che riesca ad assumere una posizione corretta con la schiena. 


4. DAL DESIGN SEMPLICE E COLORATO

Anche l'occhio vuole la sua parte e se avete intenzione di abbandonare il passeggino per portare sempre addosso il vostro bebè, dovete prestare molta attenzione anche al design che sceglierete. Per scegliere il marsupio più adatto a voi, dovete pensare che lo indosserete tutti i giorni - o quasi- ed è bene che si accordi ai vostri outfit e al vostro stile. Chiedete consiglio anche al papà, sono certa che sarà un ottimo consigliere.

5.  CHE SIA PRATICO NEL MODO GIUSTO


E' inutile negarlo, il marsupio ergonomico è molto più pratico e veloce da indossare. E' bene sapere che il marsupio si può portare davanti, dietro o sul fianco, ma mai con il bambino rivolto fronte mondo perché il suo corpo assume una posizione scorretta, la sua schiena appoggiata sul tronco del genitore è troppo eretta, mentre la sua schiena dovrebbe essere curvata come nel ventre materno. Inoltre  le gambe penzolano e non appoggiano, in questo modo sia l'anca che il femore sono posizionati in modo scorretto. Ed infine il peso viene scaricato sui genitali e non sul sedere come dovrebbe essere. Anche per i genitori è una posizione scorretta e scomoda, che può gravare sulla schiena. Quindi non fatevi illudere da quelli che hanno anche la posizione fronte mondo perché non vi serve, se volete fargli vedere il mondo circostante mettete sul fianco o dietro la schiena.






MARSUPIO ERGONOMICO: DOVE ACQUISTARLO

Ok dopo aver capito quali sono le caratteristiche basilari per scegliere il vostro marsupio ergonomico, dove potete acquistarlo?

Se siete pratici del web potete acquistarlo su Amazon.it o sui molteplici siti dedicati al portare come ad esempio PortaBimbi.  Altrimenti se preferite potete trovarli nei negozi specializzati per l'infanzia, ma fate attenzione a non farvi fregare dalle proposte più economiche e dalle marche più sponsorizzate e conosciute, perché queste molto spesso non sono idonei.
Spero che questa mini guida possa aiutarvi nell'acquisto del vostro marsupio, se avete dubbi potete contattarmi.


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La sessualità ricopre un ruolo molto importante per la vita della coppia, ma per alcune di esse durante la gravidanza diventa quasi un tabù, quasi come se l'atto sessuale potesse "intaccare" la "sacralità" della donna e del feto. 
Pensate che nel 2018 sia assurdo che io vi dica questo?!
Dovete sapere che per alcuni futuri papà la propria donna in gravidanza risulta quasi una creatura magica, misteriosa e sacra, perciò intoccabile. Per altri invece, risulta essere più sensuale di sempre,questi futuri papà riescono a sintonizzarsi con la propria donna, con il suo corpo che sta mutando, vivendo così una maggiore vicinanza e completezza nella relazione.




LA SESSUALITA' IN GRAVIDANZA E' UN TABU'?


Ogni coppia durante la gravidanza vive la sessualità in modo diverso, non esistono regole su come o cosa sia giusto fare, piuttosto esiste un modo di vivere l'intimità che si adegua ai cambiamenti che la gravidanza ed il parto, successivamente, comportano, continuando a nutrire il rapporto di coppia anche con gesti di tenerezza, gioco e vicinanza.
Durante i rapporti sessuali si produce ossitocina che aiuta a creare e a rafforzare i legami emotivi, così la coppia rafforza il proprio rapporto.
Pertanto mantenere vivo il contatto fisico, intimo e sessuale in gravidanza, è il modo migliore per garantire alla coppia una lunga sopravvivenza affettiva.



AVERE RAPPORTI E' PERICOLOSO PER IL BAMBINO?

Esistono alcune situazioni particolari come, ad esempio in caso si minaccia di parto pretermine o di aborto, placenta previa o rottura prematura delle membrane, in cui i rapporti sessuali sono sconsigliati: è sempre bene rivolgersi prima al proprio ginecologo.
Quando si tratta di una gravidanza fisiologica, i rapporti intimi non sono pericolosi per il feto, il quale è ben protetto all'interno del sacco amniotico che è ben isolato da un tappo mucoso, perciò non può essere disturbato in nessun modo durante il  rapporto. Anzi, il rilascio delle endorfine nella mamma, donano un senso di benessere e rilassamento anche al bimbo.
Pensate che nelle ultime settimane di gravidanza, salvo controindicazioni rilevate dal ginecologo, l'avere rapporti sessuali è ancora più benefico in quanto lo sperma contiene delle sostanze, chiamate prostaglandine, le quali ammorbidiscono il collo dell'utero favorendone la dilatazione in travaglio. Tanto che in caso di gravidanza protratta (quando prosegue oltre le 40 settimane), il ginecologo stesso consiglia di avere rapporti sessuali dal momento che a volte sono un metodo di induzione naturale al travaglio.
Perciò vivete serenamente la vostra sessualità in gravidanza.


CALO DELLA LIBIDO

A causa dei cambiamenti ormonali e ai sintomi che caratterizzano i primi mesi della gravidanza, la donna potrebbe provare un calo del desiderio. Dal secondo trimestre in poi, la situazione tende a migliorare e a tornare alla normalità. Tuttavia, come vi accennavo prima, anche alcuni uomini possono sperimentare un calo della libido, alcuni hanno paura di far male al bambino, altri non vedono più la propria compagna così sensuale come un tempo ma notano la sua dimensione materna. 
Cosa fare in questi casi?
Sicuramente parlarne è la soluzione migliore, esprimete i vostri bisogni, i vostri dubbi, le vostre emozioni senza imbarazzo.





Chiaramente l'intimità e l'unione della coppia non avviene solo tramite il rapporto, ma è possibile rafforzare il legame di coppia in gravidanza, anche attraverso i baci, le carezze, gli abbracci, gesti che ci fanno sentire amati e protetti, specialmente in un momento così particolare. L'importante è che la coppia continui a dedicare del tempo per sé, rilassarsi insieme, parlare delle proprie emozioni, dei propri stati d'animo, senza avere imbarazzo o paura del giudizio dell'altro. Date libero sfogo alla vostra tenerezza, al vostro amore, non esistono regole neanche quando si è in dolce attesa.


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Sono un'inguaribile pianificatrice, lo sono sempre stata fin dall'università e lo sono ancora di più da quando sono diventata una mamma lavoratrice. 
Vi parlo spesso, anche tramite le Instagram Stories, di come organizzo il mio lavoro da blogger e quello da psicologa, in tutto questo metteteci un bambino di 10 mesi da gestire ed una casa da ordinare. La vita di noi mamme non è di certo noiosa, anzi per noi la giornata dovrebbe durare almeno 48 h!
Ultimamente su Youtube vi ho raccontato del mio post parto e di quanto fosse stato difficile per me,  creare una nuova routine quotidiana in cui poter incastrare tutto. Non vi nego che la routine è in continua evoluzione, ma piano piano stiamo trovando i nostri ritmi, i nostri spazi.

Nonostante mi reputi un'amante della tecnologia, carta e penna sono sempre la soluzione migliore per mettere nero su bianco ogni idea, ogni progetto, compresa la lista della spesa. Anche il mio metodo di studio di basava sulla raccolta di appunti e il ripasso su degli schemi preparati con molta cura. A mio parere scrivere è il modo migliore per imprimere su carta ogni singolo pensiero, ogni idea che altrimenti andrebbe persa. 




PIANIFICAZIONE DELLA GIORNATA

Prima di iniziare la mia giornata, mentre sorseggio un buon caffè, la prima cosa che faccio è aprire la mia agenda e vedere tutti gli appuntamenti e le cose da fare. Subito dopo aver fatto colazione, sempre che il piccolo Pietro non si sia svegliato prima, inizio a pianificare la giornata, e ora mi direte "Sara ma già hai scritto tutti i tuoi appuntamenti, cosa pianifichi?". Il segreto per fare tutto, o quasi tutto quello che avete programmato per quella giornata, è pianificare nel dettaglio tutta la vostra giornata. 
Come?
Prendete un bel planner o la vostra agenda e create una sorta di "To do list" delle cose da fare in quella giornata: 
  • La spesa
  • Pulizie della casa
  • Quante e quali lavatrici fare
  • Lavoro: cosa fare
  • Gestione degli appuntamenti
  • Pagamenti/Fatturazione
Ognuna poi organizza la lista in base al proprio stile di vita, al proprio lavoro, alle proprie routine casalinghe.


ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Dopo aver pianificato la giornata, inizio ad organizzare il mio lavoro, essendo sia una blogger e una psicologa e, svolgendo entrambe le professioni da libera professionista, vi posso assicurare che stilare una "To do list" dei lavori da consegnare, delle pagine da studiare, degli appuntamenti, delle ricerche da effettuare, mi è utilissima.
Questo tipo di organizzazione a volte potrebbe risultare un po' stressante, specie in quelle giornate in cui si è poco produttivi, ma in quei casi è sempre bene gioire delle tappe raggiunte.


PROGETTI DA REALIZZARE 

A differenza di come molti credono, dietro ad un blog c'è moltissimo lavoro, di solito c'è una pianificazione editoriale da seguire la quale viene stabilita in base ad un progetto, che il blogger (in questo caso io), sta perseguendo.
 Un blogger professionista, prima di stilare un piano editoriale, si fissa degli obiettivi da raggiungere basanti su un progetto da sviluppare. Ideare un progetto è la parte, a mio parere, più creativa e stimolante per un blogger. A volte passo interi pomeriggi ad ideare progetti da realizzare, spesso anche mentre allatto Pietro o mentre lo cambio, ed è proprio nei momenti più strani che la lampadina si accende e nascono le idee migliori.





BLOCK NOTES PERSONALIZZATO  CON DOCTAPRINT: VI RACCONTO LA MIA ESPERIENZA


Da buon organizzatrice e pianificatrice,  ho sviluppato un debole per i quaderni dalla grafica minimal o per quelli super colorati, per le agende glam o per quelle dai toni pastello e per i piccoli block notes dalle stampe simpatiche. Insomma una vera ossessione, pensate quando ti ritrovi a scrivere le tue idee su di un block notes personalizzato con il tuo logo, strepitoso!
Desideravo da tempo realizzare un quaderno personalizzato su cui appuntare tutte le idee, i progetti, i video da realizzare, gli articoli da scrivere sul blog, da portare sempre con me o da tenere sulla scrivania vicino al computer. 
L'altro giorno, mentre navigavo sul web alla ricerca di un'azienda che realizzasse biglietti da visita online, mi sono imbattuta sul sito di DoctaPrint, un'azienda  specializzata nella stampa online di prodotti come flyer, volantini, dépliant, biglietti da visita, block notes personalizzati e tanto altro, che vanta ben 40 anni di esperienza nel settore.  
Grazie all'eccellente servizio offerto da DoctaPrint, non solo ho scelto i miei biglietti da visita ma ho ordinato anche dei block notes personalizzati con il mio logo, in formato A5, su cui poter appuntare tutte le mie idee.


COME ORDINARE IL TUO BLOCK NOTES PERSONALIZZATO SU DOCTAPRINT


Ordinare il tuo block notes personalizzato su DoctaPrint Ã¨ facilissimo, basta visitare il sito web e scegliere il prodotto che si desidera ordinare: biglietti da visita, flyer, volantini, dépliant, locandine, planner e tanto altro ancora. Dopo aver selezionato e confermato il vostro ordine, potrete caricare il file del vostro logo e attendere la conferma del sistema. In pochissimi giorni il vostro ordine arriverà dritto, dritto a casa vostra, e sarà un piacere aprire il pacco e trovare i vostri block notes personalizzati.

I block notes personalizzati non sono dedicati solo ai blogger o giornalisti, ma a tutti coloro che hanno un'azienda o svolgono un'attività da liberi professionisti e desiderano avere un quaderno o un block notes personalizzato su cui appuntare tutte le idee ed i progetti da realizzare.


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"Un figlio è come una bomba a mano. Quando nasce, provoca un'esplosione nella vostra vita e, quando la polvere si posa, il vostro matrimonio è diverso da com'era prima. Non necessariamente migliore, non necessariamente peggiore, ma diverso."  - Nora Ephron

E' proprio vero, l'arrivo di un figlio provoca un maremoto di cambiamenti all'interno della coppia, i quali possono migliorare o peggiorare il rapporto.
Negli anni successivi alla nascita del bambino, circa il 70% delle mogli sperimenta un calo della soddisfazione del matrimonio. Le motivazioni sono diverse: la mancanza di sonno, mancanza di sufficiente apprezzamento, la responsabilità di occuparsi di una creatura piccola ed indifesa, il doversi dividere tra il lavoro e la famiglia, la mancanza di tempo per se stesse.
Tuttavia, ci sono delle madri che dichiarano un netto miglioramento del loro matrimonio in seguito alla nascita del primo figlio. 
Fortuna?
A quanto pare, il benessere della coppia in seguito alla nascita del primo figlio, non dipende tanto dal fatto che il bambino dorma bene o meno o che si allatti al seno o con il biberon, bensì ha a che fare con il modo in cui il marito vive la trasformazione di sua moglie. 
Mi spiego meglio.
Dipende se il marito diventa genitore insieme alla moglie oppure se si lascia sopraffare dagli eventi.
L'arrivo di un bambino provoca una metamorfosi nella madre, la quale non ha mai provato un amore così profondo, tanto da scaturire un nuovo senso della propria vita. L'esperienza è talmente sconvolgente che se il papà non segue la madre, passo dopo passo, inevitabilmente si creerà una distanza fra loro.




5 CONSIGLI PER EVITARE LA CRISI DI COPPIA DOPO L'ARRIVO DI UN FIGLIO

Per evitare che la coppia dopo l'arrivo di un figlio,  Ã¨ importante che il marito, invece di desiderare che sua moglie torni quella di un tempo (idea quasi irrealizzabile), la segua in questa nuova avventura in cui non si è più solo una coppia ma si è anche genitori. Quando i mariti compiono questo passo, non percepiscono più il figlio come un "rivale" che gli ha portato via la sua amata moglie, bensì come un dono prezioso che completa e arricchisce la coppia. L'uomo non si sente più solo un marito, ma anche un padre, che prova orgoglio e tenerezza, proteggendo quella piccola creatura che è frutto del loro amore.

Diverse volte vi parlo di quanto sia importante ritagliarsi del tempo, non solo per se stesse, ma anche per la coppia. Nonostante questo faccia molto bene alla vita matrimoniale, alcune si sentono giudicati da critiche esterne, come se stessero facendo qualcosa di sbagliato, facendoli apparire come degli "egoisti" e "menefreghisti", giudizi che spesso e volentieri stressano la coppia. 

Vediamo insieme alcuni consigli, che spero possano aiutarvi a rimanere uniti dopo l'arrivo del vostro bebè.

1. CONOSCENZA PROFONDA

Prima dell'arrivo di vostro figlio, assicuratevi di conoscere bene il mondo interiore vostro partner. Siete una squadra e come tale dovrete diventare sempre più, in questo modo il passaggio da solo coppia a coppia genitoriale avverrà senza intoppi. Se un marito conosce bene sua moglie, sarà sintonizzato con lei nel momento in cui diventerà madre e sarà pronto ad iniziare questa nuova avventura insieme a lei.

2. IL PAPA' DEVE ESSERE COINVOLTO

Vi parlo spesso di quanto sia importante coinvolgere i papà sia durante la gravidanza che nella cura del bambino. A volte noi mamme, prese dall'entusiasmo, tendiamo a fare tutto da sole e quando lasciamo fare qualcosa anche ai papà, stiamo lì a controllare che tutto vada secondo i nostri piani e se così non fosse siamo subito pronte e rimproverarli. 
Cosa fare?
Noi mamme dobbiamo essere un appoggio, esistono diversi modi di cambiare un pannolino o di fare il bagnetto, e se il papà lo fa in un modo diverso dal nostro, lasciamoglielo fare come lui desidera, in fin dei conti è anche figlio suo no?!



3. IL PAPA' E' IL COMPAGNO DI GIOCHI PER ECCELLENZA

Alcuni uomini non vedo l'ora che il piccolo diventi grande, così da poter giocare insieme. Ciò accade agli uomini che tendenzialmente non si prendono cura dei propri figli, pertanto impiegano molto più tempo a legare con i propri figli. E' bene, invece, coinvolgere il padre nella cura del bambino e fargli capire che non sono dei "bambolotti" intoccabili, che sanno solo piangere, dormire e mangiare, ma sono ben altro. I padri che si occuperanno dei propri figli fin dalla nascita, noteranno anche i progressi più semplici fin dalle prime settimane, come il sorridere, la capacità di seguire i movimenti con gli occhi, e scopriranno che nonostante siano così piccolo già è possibile giocare e divertirsi con loro. Solo in questo modo anche i papà scopriranno che ricoprono anche loro un ruolo importantissimo.

4. RITAGLIATEVI DEL TEMPO PER VOI

Ritagliarsi del tempo per se stessi è molto importante, che sia una serata al mese o due, che sia un week-end fuori porta, l'importante è concedersi qualche ora da soli. E anche se per la maggior parte del tempo parlerete dei progressi di vostro figlio, sappiate che questo è un bene, perché vostro figlio è parte integrante della vostra coppia.




5. SIATE SENSIBILI ALLE NECESSITA' DEL PARTNER

Anche se il papà è un ottimo compagno di giochi e comprende le priorità e necessità del bambino, potrebbe comunque sentire la mancanza della sua compagna di vita. Perciò è importante che la moglie riconosca la fatica e le rinunce del marito e gli faccia sapere quanto sia importante il suo aiuto.
Al tempo stesso è bene che il marito riconosca la fatica quotidiana che la moglie vive. Nonostante l'arrivo di un figlio sia bellissimo così come vederlo crescere, è molto facile che la madre si senta stanca. Perciò è bene che il marito, possa sostenere ed aiutare la moglie nelle faccende domestiche e nella cura del bambino, in modo tale che possa riposarsi un po' e fare il pieno di energie.

Le coppie che seguiranno questi consigli, noteranno una maggiore complicità ed intimità nel proprio rapporto e scopriranno che l'essere genitori non è un ostacolo ad alla vita di coppia, bensì è una ricchezza.


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Quando ho scoperto di essere incinta il mondo mi è crollato addosso. Lo ricordo come se fosse ieri, quel test di gravidanza che segnava "Incinta da 3 settimane +" mi cambiò la vita. In quel momento mille domande e paure affollarono la mia mente, la paura per il parto, come sarebbe cambiata la nostra vita, ma soprattutto come avrei iniziato a lavorare. 
Già il lavoro, la fatidica carriera attanagliava la mia mente, creava in me uno stato di ansia che non riuscivo a godermi l'annuncio del lieto evento. 
Chissà se mai lavorerò.
Che ne sarà di me?
Dei miei sogni?
Come farò a diventare una psicologa affermata con un bambino piccolo?
Come farò a superare l'esame di stato per accedere all'albo?
Chi mi aiuterà?
No, non ce la farò mai, dovrò rinunciare a tutto questo!
Ecco cosa stava accadendo nella mia mente in quell'istante, e subito scoppiai a piangere. 
E no, non erano lacrime di gioia.

Oggi invece, se sono qui a parlarvi di maternità, di psicologia perinatale, di vita di coppia, lo devo solo al mio piccolo Pietro!
E' grazie a lui che ho capito la mia "vocazione professionale", ed è solo grazie a lui che oggi ho chiaro in mente, quali sono gli obiettivi da raggiungere. 




LA MIA VITA DA MAMMA LAVORATRICE SENZA SENSI DI COLPA

Quando ho scoperto di essere incinta, io e Luca eravamo sposati da tre mesi, mi ero trasferita da due mesi in una nuova città, nuove abitudini da vivere, nuove routine da stabilire, un lavoro da creare, l'esame dell'abilitazione da affrontare, tanti scatoloni da sistemare, una casa tutta nostra da cercare. Stavo vivendo il periodo più sconvolgente della mia vita, e come un fulmine a ciel sereno è arrivato il piccolo Pietro. Una notizia sconvolgente, inizialmente non gradita (da me) perché dovevo elaborare ed adattarmi ad una nuova vita a cui ancora non ero abituata.

Il primo trimestre di gravidanza Ã¨ stato uno dei più difficili da affrontare, tra le nausee da gestire, l'ansia, le paure, i mille dubbi, il sonno e lo studio, non sapevo più dove appigliarmi per tirarmi su. 
Passarono i mesi, passarono le nausee, le paure diminuirono, arrivò il secondo trimestre di gravidanza, ed io mi sentivo più energica e carica che mai. Ho superato l'esame di abilitazione alla professione di psicologa e da quel momento in poi ho iniziato a godermi totalmente la mia gravidanza e tutto quello che sarebbe accaduto.
Poi una mattina di primavera, mi svegliai più creativa del solito, riflettevo su quali aspetti della psicologia mi sarei voluta concentrare subito dopo aver partorito, a chi mi sarei voluta rivolgere, quale scuola di specializzazione avrei voluto frequentare, ed improvvisamente un'idea illuminò la mia mente.
Mi ricordai di una lezione all'università in cui una professoressa dell'università di Padova, in cui ci parlò della psicologia perinatale, ancora poco conosciuta, e da quel momento in poi tutto fu più chiaro. Così, in una mattina di primavera, grazie a Pietro, alla mia gravidanza, a quello che stavo vivendo, ho capito di chi mi sarei voluta occupare: del benessere delle mamme.







QUANDO HO INIZIATO A LAVORARE

Sapete bene che oltre ad essere una psicologa sono anche una blogger, attività che non ho mai messo da parte, anzi è stato un vero supporto nei momenti di sconforto, ed il confrontarmi con altre mamme mi ha aiutata moltissimo. Quindi, in realtà, il "lavoro" da blogger non l'ho mai lasciato, se non in quei tre giorni in cui siamo stati in ospedale.
Nonostante il mio lavoro da blogger fosse in netto aumento, dovevo iniziare a pensare ad un piano da attuare per incominciare a lavorare come libera professionista, e lo sappiamo tutti che aprire la Partita IVA è un passo molto costoso, non tanto nell'immediato quanto al momento della dichiarazione dei redditi. 
Ho iniziato a pensare su come avrei potuto unire le mie due grandi passioni e vocazioni, l'essere blogger e psicologa. Ho riflettuto su come poter sfruttare il mio sapere per  fornire consigli ed informazioni alle future mamme, neomamme e genitori. Così, dopo esser sopravvissuta al periodo post-parto, dopo che Pietro ha iniziato a mangiare le prime pappe e dopo aver ritrovato un po' di sano equilibrio, ho iniziato a dedicarmi sempre più al mio lavoro.
Giorno, dopo giorno, organizzavo le mie giornate con Pietro e ne approfittavo quando lui riposava subito dopo il pranzo. Non vi nego che mi sono ritrovata spesso e volentieri a lavorare di sera dopocena, ma quando il lavoro è iniziato ad aumentare e la stanchezza pure, mi sono dovuta organizzare diversamente.


COME ORGANIZZO LE MIE GIORNATE FRA IL LAVORO E LA FAMIGLIA

Essendo una libera professionista, per alcuni aspetti mi reputo più fortunata di chi svolge un lavoro da dipendente, tuttavia dover creare un portfolio di pazienti da sola, gestire la consegna degli articoli, comunicare con le aziende, etc., non è sempre così semplice come si crede. 
Per alcuni svolgere la libera professione, specie se è da casa, significa fare come si vuole, in realtà è ancora più difficile organizzare il proprio tempo ed il proprio lavoro, visto che non c'è nessun capo che ci indica su cosa fare ed in quanto tempo consegnarlo.
Nel mio caso mi ritrovo spesso a dover consegnare articoli ed altri testi in un tempo che l'azienda mi fornisce, perciò mi suddivido il lavoro nelle giornate precedenti alla consegna. Quando, invece, si tratta del mio lavoro da psicologa, tutto si complica perché devo promuovere me stessa sul web e nel territorio, in più devo continuare a formarmi, e capite bene che due giorni a settimana a volte sono pochi, ed è per questo motivo che a volte mi ritrovo a dover ridurre le mie ore di sonno per lavorare. 

Nonostante le abbia provate tutte, non riesco ancora a svegliarmi prima di Pietro, se non quando lui mi fa la grazia di dormire fino alle 9 della mattina, e dal momento che la mole di lavoro aumentava, non riuscivo più a lavorare solo quando Pietro dormiva. Perciò ho chiesto aiuto a mia suocera che al momento si occupa di Pietro due giorni a settimana.
L'aiuto dei miei suoceri, dal momento che Pietro è ancora molto piccolo, è davvero una provvidenza, altrimenti per me riuscire ad iniziare la mia professione non sarebbe stato così facile, avrei dovuto pagare un nido troppo costoso per le nostre tasche, rischiando di andare in rosso quasi ogni mese. Sarebbe stato un cane che si morde la coda, e per questo lo Stato dovrebbe iniziare a pensare ad un sostegno economico per le famiglie molto più alto, visto che con 80 euro forse ci compri il latte, le pappette e un pacco di pannolini, e non tutte le famiglie hanno il privilegio di avere dei familiari vicino.





Ad essere sincera non ho ancora trovato una vera e propria routine  prima del lavoro e dopo, in quanto ogni giorno è differente dall'altro, ma quando riesco a lavorare da casa e Pietro resta con me, nei momenti in cui lui vorrebbe restare accoccolato a me, viene in mio soccorso il mio amico marsupio, così lui si addormenta sereno ed io intanto riesco a scrivere qualche articolo o a rispondere a delle e-mail importanti o a studiare.

In tante mi chiedete spesso come sto iniziando da zero la mia professione da psicologa e da blogger, ma soprattutto come faccio a gestire tutto questo. Non vi nego che la volontà di lavorare è davvero tanta, sono una persona che ama lavorare e quando poi lo fai con passione, non vedi l'ora di iniziare. Ma se oggi, nonostante Pietro sia ancora piccolo, riesco a lavorare lo devo all'aiuto di Luca, per tutte quelle sere che passo davanti al computer per terminare un lavoro da consegnare, per quando mi aiuta in casa perché io devo lavorare, al supporto che mi dà quando sono scoraggiata; ai miei suoceri che mi aiutano occupandosi di Pietro mentre lavoro; alla mia amica Giorgia che quando viene a trovarmi per un caffè alla fine si occupa di Pietro mentre spolvero casa; ai miei genitori che mi sostengono sempre anche a distanza, lo so che vorrebbero fare tanto, ma non sanno che anche se sono lontani 100 km, il supporto che mi danno è tanto.


Se volete vedere nel concreto come gestisco la mia vita da mamma lavoratrice, mettetevi comode mentre sorseggiate un buon caffè e venite con me in una mia giornata tipo fra lavoro e famiglia.



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Vi ho parlato spesso della mia esperienza con l'allattamento al seno, non proprio così rosea come me la immaginavo e aspettavo. Quando ripenso a quel periodo mi viene ancora la pelle d'oca e non vi nego che un magone sale sù, non tanto per il fatto di non aver allattato al seno ma per la tristezza e l'ansia vissuti in un momento così "intimo" con mio figlio.
Credo di non avervi mai raccontato a cuore aperto il mio post-parto, ma in diversi post trapela la mia stanchezza di un allattamento che mi portava solo ad essere triste e non pienamente felice del momento magico (e stancante) che stavo vivendo.
Non mi sono mai lamentata del sonno, anche se la stanchezza si sentiva, ma dell'allattamento sì!





ALLATTAMENTO MISTO: VI RACCONTO LA MIA ESPERIENZA 


A causa del mio parto particolare, l'equipe medica ha preferito visitare prima Pietro, dal momento che è stato estratto con la ventosa, controllare che tutto fosse nella norma, vestirlo e poi appoggiarlo su di me.
Non so se tutto questo abbia inciso sull'allattamento, stando alla letteratura probabilmente sì, ma per me resterà sempre un mistero. Fatto sta che il giorno dopo alle 6 della mattina, salgo nella sala nursery per allattare il piccolo Pietro che, per quanto fosse affamato (visto che il personale affermava di non avergli dato il latte artificiale) si è attaccato immediatamente al seno, restando incollato come una cozza sullo scoglio per almeno 10 minuti. 
Potete ben immaginare quanto io fossi contenta di vedere il  mio piccolo cucciolo gradire la pietanza (o almeno quel poco di colostro che usciva).
Dopo aver fatto colazione, lascio il piccolo nelle mani dell'infermiera e ritorno dopo tre ore, ed io (molto titubante) penso "ma non dovrei attaccarlo ogni qualvolta lui ne senta il bisogno?", a questa domanda non trovai risposta, visto che gli orari della nursery erano quelli, pertanto mi sono adeguata in attesa che ci assegnassero una stanza tutta per noi, dal momento che il reparto era pieno di neomamme. 

Una volta assegnata la camera, e dopo aver passato una notte insonne, inizia la fase cruciale dell'allattamento, ma il destino ha voluto che Pietro il giorno seguente, presentasse dei valori che segnalavano la presenza dell'ittero. Questo evento ha segnato l'arrivo del latte artificiale come aggiunta, visto che, a detta dei medici, il mio latte non saziava il bambino.
Tuttavia le ostetriche mi consigliavano di attaccarlo sempre prima al seno e poi di dargli l'aggiunta qualora fosse necessario, peccato che quel latte doveva essere usato entro un'ora dalla consegna. Non potete immaginare ogni volta che ansia e chiaramente,  tutto questo si ripercuoteva nel momento in cui dovevo attaccare Pietro al seno.

Tornati a casa, nonostante fossi felicissima di poter vivere finalmente la mia vita da neomamma, quando arrivava il momento della poppata per me arrivava il momento più brutto della giornata.
L'ansia saliva man mano che Pietro sentiva la necessità di mangiare, lui sembrava insaziabile, io che discutevo con Luca perché voleva spingermi a vivere più serenamente il momento dell'allattamento, io che spingevo per dare subito l'aggiunta ed ecco che compare poi l'amico tiralatte.
Tira oggi, tira domani, io mi sentivo sempre più una mucca, così il momento dell'allattamento divenne sempre più lungo e stressante. Prima lo attaccavo al seno, poi al biberon, riposino, poi a tirare il latte nella speranza che ne uscisse tanto da sfamare una nazione intera. 
Invece no.
Eccoli lì, quei pochi 50 ml o 70 ml che a malapena riuscivano a saziare Pietro.
Era un vero inferno!



Attaccalo al seno, sentilo strillare perché ha fame, prendi le bustine per aumentare il latte (chissà magari fanno il miracolo), sterilizza il biberon, lavali, riscalda l'acqua del latte, metti il latte, metti le gocce di vitamina D-K, e dopo tutto questo, lui è lì che sorseggia soddisfatto il suo latte caldo e tu sei un po' più "serena", almeno per qualche  minuto.
Credo di averle provate tutte. Vi giuro, io ci mettevo la pazienza ma quando poi ho visto che stavo sfiorando la crisi di nervi, che stavo trasmettendo tutta questa "negatività" a mio figlio, che non stavo vivendo bene il momento dell'allattamento, che non riuscivo più a gestire nulla neanche me stessa, il latte ha iniziato a diminuire sempre più e così sono passata totalmente al latte artificiale.
Adesso le amanti dell'allattamento al seno mi linceranno, ma vi posso garantire che da quando sono passata all'allattamento artificiale io sono come rinata!


ALLATTAMENTO MISTO: CONSIGLI ALL'USO

  • Ascoltate sempre voi stesse. Le persone faranno a gara nel darvi consigli (richiesti e non), voi ascoltate sempre il vostro corpo. L'allattamento al seno richiede molta fatica, a volte porta le mamme allo sfinimento, ma se il latte c'è non rinunciate a vivere un'esperienza  bellissima, quella di nutrire vostro figlio. Se al contrario state vivendo il momento dell'allattamento con molta ansia, questa potrebbe influire  su vostro figlio, pertanto riflettete su quale strada intraprendere. Sentitevi libere, non fermatevi ai pregiudizi della gente, se sentite di non farcela, ascoltate voi stesse.
  • Quando sentite la necessità di un sostegno all'allattamento al seno, o se pensate di non saperne abbastanza, contattate una consulente LLL o IBCLC o la vostra ostetrica di fiducia.
  • Prendete i consigli con le pinze. Questo lo ripeto sempre alle mamme, alle amiche, prendete qualsiasi consigli con le pinze, anche i miei consigli su questo blog, perché ognuno vi racconterà la propria esperienza, l'importante è capire cosa cogliere dalle esperienze altrui e cosa no. 
  • Se alla fine avete optato per l'allattamento misto o quello artificiale, non sentitevi delle fallite, piuttosto siete delle guerriere perché ce la state mettendo tutta per accudire al meglio vostro figlio. Ricordate sempre che per essere buona madre dovete star bene voi stesse, se vivete bene il momento della poppata anche vostro figlio lo vivrà.
  • Lasciate perdere i giudizi della gente. Sia che si tratta dell'allattamento al seno o quello artificiale, la gente avrà sempre da dire qualcosa. Se qualcuno avrà da ridire se allattate al seno oltre i sei mesi, lasciateli parlare; se decidete di allattare artificialmente vi diranno che non svilupperà un attaccamento sano , non dategli retta. Volete un consiglio? Attappatevi le orecchie.


Ogni mamma vive l'allattamento in modo differente, l'importante è rispettare chi decide di allattare al seno e chi, invece, decide di allattare artificialmente. Ricordatevi che tutte stiamo lavorando per essere delle ottime madri, a prescindere dal tipo di allattamento che adottiamo.

Buon allattamento a tutte.



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Sara Baggetta

Mamma h24, psicologa per vocazione, blogger per passione.
Sono passata dalle "Beauty Wishlist" alla "Lista di nozze" per poi finire alla "Lista nascita".
New York è il mio habitat ideale ma non lascerei Roma per nulla al mondo!


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